E’ EMERGENZA CLIMATICA l’ennesima devastante alluvione
Ieri Bologna oggi Valencia. E domani? Continuano a salire le vittime del tragico alluvione che ha colpito la Spagna.

“Ormai è sempre più chiaro – scrivevano pochi giorni fa gli attivisti, dopo le alluvioni di Bologna – come i pesanti fenomeni alluvionali che hanno interessato anche la nostra regione sono il prodotto congiunto del cambiamento climatico, dello sfrenato consumo di suolo e dalla mancata prevenzione e contrasto rispetto al dissesto idrogeologico”.
SERVONO PIANI PER CONTRASTARE QUESTA DRAMMATICA SITUAZIONE
“La lotta contro i cambiamenti climatici è una questione di vita o di morte: non agire sarebbe un suicidio.” (Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, dicembre 2018)
PERCHÉ?
- I disastri ambientali stanno aumentando rapidamente
- Ci sono uragani mai visti prima
- Le estati sono diventate bollenti ed insopportabili
- La desertificazione aumenta
- L’artico è ormai quasi privo di ghiacci
- Le barriere coralline stanno morendo
- Gli incendi aumentano e sono sempre più devastanti
Le nuove generazioni vedono un futuro sempre più oscuro. Un futuro in cui città come Venezia saranno sommerse. Bellezze come la Grande Barriera Corallina non esisteranno più. Animali come gli orsi polari saranno estinti. Milioni di persone fuggiranno da siccità, carestie, epidemie. Per non parlare delle recenti alluvioni che stanno mietendo vittime quasi ogni giorno.

Gruppi di attivisti, chiedono di agire subito. Dovremmo essere tutti a chiederlo!
C’E’ RIMASTO POCO TEMPO PER AGIRE
L’ULTIMO APPELLO DEGLI SCIENZIATI
L’ultimo rapporto IPCC afferma l’urgenza di contenere l’aumento della temperatura media globale entro +1,5 °C rispetto all’era pre-industriale. Per farlo, dobbiamo dimezzare le emissioni globali di CO2 entro il 2030, e azzerarle entro il 2050. Un compito titanico.
“Molte altre lotte sono legittime. Ma se questa verrà persa, nessun’altra potrà essere condotta.” (Appello pubblico di scienziati e uomini di cultura – Le Monde, Agosto 2018)
CIRCA 7 ANNI PER AGIRE!
Tutti dovremmo sapere cos’è il CARBON BUDGET o bilancio di CO2. Con l’intensità attuale di emissioni di CO2 restano circa 7 anni per agire e restare entro 1,5°C di aumento della temperatura media globale, evitando così le peggiori conseguenze della Crisi Climatica. Per questo le azioni politiche che devono essere intraprese devono essere tempestivegarantendoci un futuro sicuro.
COSA POSSIAMO FARE?
Serve una rivoluzione culturale, sociale, economica e politica. Un cambio di paradigma. Non possiamo assistere inermi di fronte all’ennesimo alluvione che non fa altro che dimostrarci che siamo in piena crisi climatica.
Dobbiamo smettere di pensare solo a noi stessi e ai nostri bisogni immediati. Dobbiamo pensare che tutto ciò che facciamo ha un impatto, e agire secondo ciò che è bene anche per gli altri e per questo mondo.
Dobbiamo pretendere che chi ci governa agisca per il bene comune e che le imprese, come ad esempio quelle legate ai combustibili fossili, smettano di danneggiare il pianeta.
Sono decenni che gli scienziati sanno cosa comporta emettere gas serra nell’atmosfera, ma fino ad ora non sono stati ascoltati abbastanza.
E’ necessario mettere al primo posto le PERSONE e gli ECOSISTEMI da cui dipendiamo.
COSA POSSIAMO FARE COME RAZZA UMANA PER SALVARE IL PIANETA E NOI STESSI
TRANSIZIONE ENERGETICA, RIASSETTO IDROGEOLOGICO E STOP AGLI ALLEVAMENTI INTENSIVI
- Fuori dal fossile: si deve raggiungere lo 0 netto di emissioni a livello globale nel 2050 e in Italia nel 2035, per restare entro i +1.5 gradi di aumento medio globale della temperatura.
- Dobbiamo essere tutti uniti: la transizione energetica deve essere attuata su scala mondiale, utilizzando come faro il principio della giustizia climatica.
- Bisogna dar voce alla scienza: valorizziamo la conoscenza scientifica, ascoltando e diffondendo i moniti degli studiosi più autorevoli di tutto il mondo. La scienza ci dice da anni qual è il problema e quali strumenti servono per risolverlo. Ora spetta alla politica il compito di agire.
- Serve un CAMBIO DI ROTTA RADICALE nelle politiche e nel modello produttivo e sociale per l’ambiente, il clima, per la nostra salute e per il nostro futuro.
- Fermare tutte le opere che prevedono ulteriore consumo di suolo, con particolare riferimento ai poli logistici. Attuare invece una rigenerazione degli edifici esistenti e mettere a punto di un programma serio di rinaturalizzazione dei corsi d’acqua, di riassetto idrogeologico e di tutela del verde.
- Ridiscutere le grandi opere stradali in rapporto a un’idea alternativa di mobilità, fondata sul rilancio del trasporto collettivo e di quella ciclabile e pedonale.
- Serve uno stop definitivo all’espansione degli allevamenti intensivi e un programma per il loro superamento.
