Come le ferite e le esperienze di dolore emotivo influenzano le nostre relazioni
RELAZIONI TOSSICHE E COME EVITARLE / O CURARLE
Mi è capitato di recente di conoscere le teorie di Gabor Maté, medico specializzato in trauma, dipendenze e sviluppo umano. Avevo già letto di come le feriti infantili creino il nostro tipo di attaccamento. Ed è un argomento importante da conoscere nella vita da adulti.
Prima o poi, lo spero, tutti iniziamo un percorso di riflessione e, auspicabilmente, di consapevolezza. Dopo diverse relazioni finite dovremmo iniziare a chiederci se c’è qualcosa di sbagliato nel nostro modo di relazionarci. O se ci sono degli schemi che si ripetono.
Alcuni smettono di credere nell’amore e nella possibilità che una storia possa funzionare. Ma vivendo negli stessi schemi non fanno altro che confermare questa convinzione. E così continueranno a trovare amori “sbagliati”.

Ma c’è un modo per guarire e riuscire a vivere una relazione sana?
Vediamo prima quali sono le spiegazioni di Gabor Maté di quelle che chiamiamo relazioni tossiche. Ovvero quando due persone sono attratte ma il loro desiderio è distruttivo. Gabor ci dice che i loro traumi irrisolti si riconoscono e si rispecchiano a vicenda.
Spesso siamo attratti da persone che evocano dinamiche simili a quelle vissute nella nostra infanzia, nel tentativo inconscio di “risolvere” vecchie ferite, creando dinamiche di co-dipendenza.
Se entrambe le persone hanno ferite emotive non guarite, possono finire in una relazione in cui cercano di “curarsi” a vicenda, creando una forte dipendenza reciproca. Questo porta a cicli di sofferenza in cui il dolore e il bisogno di amore diventano intrecciati.
Il cervello infatti, abituato allo stress e al dolore, può trovare familiari e quindi “confortevoli” situazioni che riproducono vecchi schemi.
Di conseguenza, anche se una relazione è distruttiva, può sembrare irresistibilmente attraente perché il cervello la associa a qualcosa di conosciuto. Se da bambini abbiamo vissuto rifiuto, abbandono o dinamiche tossiche, il nostro sistema nervoso si abitua a quelle emozioni. Da adulti, possiamo confondere il caos emotivo con l’amore, perché ci è familiare. Se abbiamo subito ferite emotive, possiamo inconsciamente cercare di ricreare quelle situazioni con la speranza di cambiarne l’esito.
Ad esempio, se da piccoli ci siamo sentiti non abbastanza amati, possiamo essere attratti da partner emotivamente indisponibili, sperando che questa volta l’amore ci venga dato.
Due persone ferite si riconoscono e si “capiscono” a un livello profondo, generando un’intensa connessione emotiva. Questo riconoscimento reciproco è un legame basato sul trauma.
Ma io credo che tutti abbiamo dei traumi. Dobbiamo esserne però consapevoli.
Come interrompere questo ciclo?
Sicuramente bisogna lavorare sui propri traumi individualmente. La psicoterapia è sempre consigliata.
- Il primo passo è riconoscere le ferite emotive del passato e accettare il proprio trauma. Queste ferite possono derivare da esperienze di rifiuto, abbandono, abuso o altre difficoltà vissute in passato. Quello che possiamo fare è accettare che queste ferite siano reali. Ciò è essenziale per cominciare il processo di guarigione.
- Dobbiamo coltivare l’autoconsapevolezza, riconoscendo gli schemi che si ripetono. La mindfulness ad esempio ci aiuta a diventare più consapevoli dei nostri pensieri e sentimenti, consentendoci di interrompere cicli emotivi reattivi e distruttivi.
- Meditare o praticare attività che ci aiutano a vivere nel momento presente può ridurre l’ansia e migliorare la capacità di relazionarci in modo sano.
- Bisogna imparare a stabilire confini sani. Molti traumi emotivi derivano da mancanza di confini sani in relazioni passate. Imparare a dire no, a stabilire limiti chiari e a mantenere l’autocura è fondamentale. Un confine sano ti permette di essere in relazione con l’altro senza sacrificare te stesso. Lo so non è semplice, ma bisogna imparare anche a dire di no.
- Lavorare sull’autostima. Quando ci si sente degni di amore e rispetto, si è meno inclini a cercare relazioni che ci feriscono o che sono basate su dinamiche di dipendenza.
- Praticare l’autocompassione, cioè trattarsi con la stessa gentilezza e cura che riserveresti a un amico, può aiutarti a risanare la tua autostima. Insomma volersi bene, amare se stessi prima di tutto.
Guarire dalle ferite emotive e lavorare su se stessi è un processo che richiede tempo, consapevolezza e impegno. Ma è l’unico modo per vivere a pieno e creare relazioni sane.
Una volta che inizi a guarire, anche la tua relazione ne beneficerà. È importante parlare con il partner delle proprie esperienze e difficoltà in modo aperto e vulnerabile. Comunicare in modo sano e aperto è una delle chiavi per una relazione sana. Non si tratta solo di evitare conflitti, ma di affrontarli in modo costruttivo e con empatia.
In una relazione in cui ci sono ferite irrisolte, è facile che emergano comportamenti difensivi o distruttivi come la critica e l’evitamento. Questi comportamenti non fanno altro che alimentare il ciclo di dolore. Abbiamo paura di soffrire e alziamo delle barriere difensive che impediscono una comunicazione sana.

Come sono le relazioni sane e come riconoscerle?
Una relazione sana si costruisce su fiducia, rispetto e amore reciproco. Se tu e il tuo partner lavorate insieme per guarire le ferite del passato e per comunicare in modo sano, la relazione può evolversi e diventare più forte.
Il sostegno reciproco è importante, ma non si deve dipendere dall’altro per guarire: la guarigione è un viaggio individuale che si riflette nella relazione.
In una relazione sana c’è una comunicazione non violenta, aperta e rispettosa. Entrambe le persone si sentono libere di esprimere i propri sentimenti, desideri, preoccupazioni senza paura di essere giudicate. C’è il rispetto dei confini dell’altro, emotivi, fisici e psicologici. Soprattutto c’è un supporto emotivo di crescita. Ci si sostiene a vicenda incoraggiando l’altro a diventare la versione migliore di se’, senza sentirsi minacciato dal successo dell’altro.
Si incoraggia l’altro a perseguire i propri sogni, hobby e obiettivi personali. Questo è un segno di una relazione sana e rispettosa.
Mantenere equilibrio tra indipendenza e intimità è importante. Ciascuno deve avere la propria indipendenza emotiva mentre costruisce una connessione profonda, basata sulla cura reciproca e il sostegno reciproco. Indipendenza non significa non curarsi dell’altro, ma non far dipendere da nessuno la propria stabilità.
Questo non significa che in una relazione sana non ci siano problemi o discussioni. Le divergenze sono normali ma devono essere gestite in modo maturo e rispettoso. Cercare una soluzione insieme soprattutto senza criticare e svalutare l’altro.
Crescere insieme
Solo dopo che ognuno ha affrontato i propri traumi, e non dico che questo sia facile ne’ veloce, la coppia può lavorare insieme per costruire un futuro sano. Se ancora vuole costruirlo. Se ci si accorge che nonostante le sofferenze arrecate a se’ e all’altra/o, esiste una connessione vera e profonda. Allora forse vale la pena cercare di salvarla.
Come si può fare?
Rinnovando il legame. Riscrivendo la propria storia d’amore, aprendosi a nuove esperienze positive insieme. Rompendo il ciclo distruttivo per costruire, insieme.
Coltivando la gratitudine. Apprezzando i momenti positivi, rafforzare l’intimità, la connessione emotiva.
In sintesi
Curare le ferite individuali è essenziale per creare una relazione sana. Questo processo implica riconoscere e affrontare i propri traumi, lavorare sull’autostima, comunicare apertamente e supportarsi a vicenda. Solo quando entrambe le persone sono disposte a crescere e guarire, la relazione avrà la possibilità di diventare sana, equilibrata e appagante.
Per concludere, non arrendetevi. Per avere una relazione sana bisogna prima stare bene con se stessi. Questo ti darà molto di più di qualsiasi relazione. La persona giusta arriverà quando non ne avrai bisogno!
“Eternal Sunshine of the Spotless Mind”
Uno dei film che più amo sulle relazioni d’amore è proprio “Eternal Sunshine of the Spotless Mind”. Joel (Jim Carrey) e Clementine (Kate Winslet) vivono una relazione segnata da un alternarsi di momenti di gioia e dolore, legati anche alla volontà di dimenticare le sofferenze passate. Il film esplora la dinamica di attrazione e allontanamento, portando a riflettere su quanto le ferite emotive influenzino la capacità di amare e di superare il passato.
La tenacia e la disperazione con cui Joel fa di tutto pur di non perdere ogni ricordo dell’amata e salvarla dall’oblio, è la consapevolezza che anche un frammento d’amore, per quanto doloroso, vale molto. Più di una vita priva di sentimenti, svuotata di ogni emozione. Cresce così la coscienza che anche il dolore e la sofferenza possono essere amore e possono farne parte.
Mentre un’altra certezza si fa strada: la memoria è quello che siamo e, qualche volta, è tutto quello che abbiamo.