POVERE CREATURE emancipazione o solo libertà sessuale
Leggete solo se avete visto il film (SPOILER). Se non avete visto ancora Povere creature ve ne consiglio comunque la visione.
Qui potete vedere il trailer.
Povere creature, l”ultimo film di Lanthimos, è meno provocatorio e criptico di quello che mi aspettavo. L’espediente narrativo di una donna a cui uno scienziato ha impiantato il cervello di un neonato, il suo per giunta, e cresciuta dallo stesso secondo principi empirici e positivisti, lontani da qualsiasi forma di moralità, per questo priva di sovrastrutture, permette all’autore di esplorare il tema della libertà sessuale della donna e della libertà in generale.
Meno criptico nel senso che qui Lanthimos è piuttosto esplicito nel raccontare le difficoltà di una donna nell’essere libera, i continui tentativi degli uomini di imprigionarla, controllarla, isolarla. Finanche a mutilarla proprio nei genitali, fonte di forza ed indipendenza. Non è un caso che Bella prima di suicidarsi, quando aveva ancora il cervello di Victoria, era incinta e solo alla fine scopriremo chi era nella vita precedente.
Il film, non posso non unirmi al coro delle voci che lo hanno apprezzato, è visivamente fantasmagorico. Lo stile i costumi, le scenografie, la fotografia che da bianco e nero vira al pastello fino a colori vividissimi. Le ambientazioni tra surrealismo e steampunk ci trasportano in una fiaba angosciante, per niente rassicurante, anche se l’artefatto troppo evidente un po’ mi disturba. In quanto evidente finzione mi distoglie dalla storia. Ciò non toglie che è visivamente molto bello, pittorico direi.

I personaggi di Povere creature
Tornando ai personaggi sono tutti ben riusciti dalla protagonista ovviamente, magnifica non sto qui a dirlo, lo scienziato il dottor Godwin, mostruoso non solo nel volto e nel corpo, deformato anche nell’animo, deturpato da un padre privo di sentimenti, il suo assistente, che si innamora facilmente di una donna dal comportamento di una bambina in quanto del tutto disinibita, ma che cresce insieme a lei, in questa sorta di storia di formazione. E’ forse l’unico personaggio maschile positivo, a rappresentare quegli uomini più evoluti. Il dottore ad esempio è l’unico a non desiderare Bella sessualmente ma solo perché è un eunuco, evirato dal padre per un esperimento. In lui nasce infatti un sentimento paterno nei confronti di Bella.
Gli altri personaggi maschili di Povere Creature sono: Duncan, un uomo dissoluto che la porta via solo per divertirsi ma quando lei dimostra il suo carattere e il suo spirito non accetta di essere lasciato, si convince di amarla perché lei è più indipendente di lui. A letto si diverte ma non ha nessun trasporto emotivo. E il Generale, il marito di Victoria, la donna che era prima di suicidarsi, nonché padre del bimbo e quindi in qualche modo di Bella stessa, il generale, non a caso un militare, incarna la violenza, la supremazia dell’uomo sulla donna.
Potremmo definirlo una commedia grottesca oppure addirittura un fantasy grottesco.
L’intreccio
L’intreccio diciamo è un insieme di cose che già conosciamo ed il tema è abbastanza scontato. Ripeto i personaggi e le ambientazioni sono fighissime però non ho avuto nessun effetto sorpresa. Abbastanza prevedibile da un certo punto in poi. Infatti l’ultimo capitolo ha visto un momento di stanca della storia ma comunque si fa seguire. Anche perché vuoi sapere di più su chi era Bella, ma alla fine non sono neanche sicura di come fosse, perché il generale la descrive simile a lui, crudele con la servitù, divertita fino a che non rimane incinta e guarda caso si toglie la vita. Era felice? Non lo era e fingeva? O non voleva il bambino perché rappresentava la fine della sua libertà? Dovrei rivederlo.
Concludendo
Comunque un film da rivedere appunto. Un modo sicuramente originale di trattare alcuni temi, ma diverso da quello che ti aspetti da Lanthimos, una trama più facile meno criptica. Un film sull’esplorazione potremmo dire ma anche sulla libertà dell’individuo privato della maschera sociale. Bella infatti non ha nessun pudore, nemmeno la prostituzione le sembra disdicevole, in fondo la pagano per fare una cosa che le piace, certo le piacerebbe almeno scegliere il soggetto ma poi se lo fa andare bene perché le servono i soldi e il suo corpo la facilita.
Ma l’emancipazione della donna mi sembra qui ridotta alla sua libertà sessuale e questo lo trovo appunto riduttivo, deprimente.
Nella filmografia di Lanthimos l’umano e la bestia comunicano, anche qui troviamo questa commistione, alla fine Bella, che abbraccia l’empirismo e il positivismo, decidendo di diventare medico, fa impiantare nella testa del generale il cervello di una capra, la metafora è palese.