PERFECT DAYS un film filosofico sull’esistenza e sul cambiamento
Perfect days è l’ultimo film di Wim Wenders. Un film che parte da quello che è, secondo me, solo un presupposto. Una vita semplice in cui si apprezzano le piccole cose, ovvero la vita del protagonista, porta al benessere, alla pace interiore.

Hirayama ha infatti sempre il sorriso e uno sguardo pacato di chi ha trovato la sua dimensione. Attraverso una routine meticolosa che inizia al mattino col piegare le coperte sempre allo stesso modo, innaffiare piantine e vestirsi per andare a lavoro, Hirayama scandisce il tempo. Non ha neppure bisogno di un orologio, che vediamo essere l’unico oggetto che non prende quando esce di casa, tranne nel giorno di riposo dal lavoro. Il tempo e come viene vissuto è uno dei temi del film.
IL TEMA DELLE LUCI E DELLE OMBRE
Un altro tema del film Perfect Days sono le luci e le ombre, infatti Hirayama ogni giorno, nella pausa pranzo, scatta delle foto agli alberi cercando di catturarne la luce, filtrata dalle foglie. In Giappone questo fenomeno ha persino un nome, komorebi, che però ha anche un significato simbolico. Cogliere la luce anche nei periodi bui della vita. Dunque questo è un film filosofico, una lezione di vita. Ma a mio parere sebbene “adesso è adesso” è il principio che Hirayama esplicita quando un primo incontro inaspettato rompe la sua routine di giorni perfetti, Wenders introduce un elemento nuovo, il cambiamento. Questo non è necessariamente negativo, anzi auspicabile.
LA MORTE E IL CAMBIAMENTO
Infatti l’ultimo personaggio che incontra Hirayama in Perfect Days è un ipotetico rivale in amore con cui si affronta si il tema della morte, in quanto la fine della possibilità di continuare a crescere, ad imparare, ma introduce qui anche il tema del cambiamento. Mentre giocano con le loro ombre Hirayama dice “Se nulla cambia allora la vita sarebbe assurda”, e io noto come uno sguardo, un’illuminazione nel suo volto.
Infine altro elemento secondo me rilevante è la donna che Hirayama incontra tutte le domeniche in quanto lei gli serve da mangiare. Una domenica lui arriva prima, si vede infatti guardare per la prima volta l’orologio, è in anticipo e il ristorante è ancora chiuso. Quando la vede abbracciata ad un altro uomo fugge e cosa fa? Compra sigarette e birra e va a cercare di calmarsi. Per la prima volta lo vediamo non più calmo ma in ansia. Quello che vedo io in questo passaggio è che Hirayama viene scosso, la sua vita fatta di tranquillità ma anche di assenza di desiderio, infatti questo non è un protagonista con un desiderio o un obiettivo, il suo obiettivo è raggiunto, apparentemente, i suoi giorni perfetti.
IL DESIDERIO IN WIM WENDERS
Ma è davvero così? Aver visto la donna con un altro mette a rischio la sua routine, perché lei aveva un’attenzione particolare per lui. Oppure lei rappresenta il desiderio, è un simbolo. E nelle filosofie orientali l’assenza di desiderio dona un grande potere, mentre esso conduce all’infelicità. Dunque hirayama potrebbe averlo eliminato dalla sua vita per vivere felice. Ma c’è riuscito? Perché in questo episodio scappa e beve e fuma, cosa che non faceva più. Sappiamo che in passato ha avuto un altro stile di vita, sua sorella ci fa capire che vengono da una famiglia molto ricca e un padre forse violento. Hirayama ha lasciato questo in cerca di una vita più serena. Forse lontano dagli agi e dai desideri appunto. Nell’ultima sequenza vediamo il risveglio di Hirayama sulle note di Feeling good, “It’s a new day it’s a new life”. Questo conferma a mio avviso la mia tesi del cambiamento. Infine esce. Sta guidando il furgone e vediamo il suo volto in primo piano illuminato dalla luce calda dell’alba e qui il suo sorriso si trasforma quasi in pianto e vediamo per la prima volta l’emozione, qualcosa di più forte della serenità. Un’emozione, uno sconvolgimento dell’animo. Nel controcampo vediamo cosa sta guardando, l’alba, è la luce che lo commuove ed è la luce che lui cerca ogni giorno. Questa è la mia particolare interpretazione e non sono riuscita a trovarla altrove, neppure lo stesso regista ne fa cenno, magari è solo ciò che ho visto io.

Se vuoi qualche informazione in più sull’aspetto filosofico spirituale del film qui c’è un articolo interessante STATE OF MIND